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Source: Re Nudo, 71, 1978, p.42-43
Author: Gaetano and Tomangelo Cappelli

Popol Vuh - L'ora della scimmia

Questa è la narrazione di come tutto stava sospeso, tutto in calma in silenzio tùtto immobile, tacito, e vuota era la distesa del cielo: questo è il primo racconto il primo discorso. Non v'era ancora un uomo né un solo animale. uccello, pesce, albero, pietre, caverne, erbe, boschi: solo il cielo esisteva. Non appariva la faccia della terra. Vi erano solo il mare in calma ed il cielo in tutta la sua estensione. Non vi era nulla che stesse in piedi soltanto l'acqua in calma il mare placido solo e tranquillo. Non vi era nulla dotato di esistenza. Solamente vi era silenzio e oscurità nella notte. (dal dal Popol Vuh, testo sacro dei Maya Quichè) Popol Vuh ha subito la chiarezza che contraddistingue la conoscenza: riconosce nella semplicità delle cose l'essenza della vita, lo scaturire del suono come immagine ancestrale della natura con i suoi eventi magici e misteriosi.
Ancora oggi alcuni narrano come in una tempestosa notte teutonica Werner Herzog, alchimista della allora nascente cinematografia tedesca, abbia svelato gli arcani della scienza maya a Florian Fricke, giovane e sconosciuto musicista di Monaco, che poco più tardi intrapprendeva il compito di dare a quella scienza un Suono: nasceva la Kosmischen Musik.

Il riferimento al testo esoterico dei Maya Quichè (leggi Chicè) oltrepassa quindi il puro compiacimento letterario: diventa parte integrante della filosofia del gruppo tedesco. Affenstunde (70) primo lavoro contiene gíà gli elementi che caratterizzeranno la successiva produzione made in Germany. La musica che ne esce va al di là degli schemi tipici in quegli anni. L'elettronica rende consapevole le dimensioni sonore degli stati di coscienza più profondi: il suono che accompagna l'uomo fin dalla sua origine viene portato alla luce. Le frequenze dei generatori riproducono il "mai udito" che scavalca la coscienza razionale per attingere al mondo dell'inconscio del sogno fantastico. Affenstunde rimanda simbolicamente all'ora della scimmia, primo atto della cosmogonia, liberazione dalla percezione ordinaria che vibra nel regno misterioso dello spirito.
L'erlebnis Popol Vuh ha inizio a Monaco nel '69. Insieme a Florian Fricke, già diplomato in piano e composizione al conservatorio di Friburgo, troviamo Holger Trulzsch alle percussioni e Franck Fiedler ai sintetizzatori e alla parte tecnica, ma è dallo stesso Fricke che aveva lavorato in un primo tempo come critico musicale seguendo da vicino gli sviluppi delle avanguardie che partono le proposte più avanzate. E' proprio di quegli anni l'incontro con Eberhard Schoener, direttore dell'orchestra da camera di Monaco, che avrà un'importanza determinante nell'evoluzione del musicista.

Con lui Fricke inizia a lavorare sui sintetizzatori cosa che opera un cambiamento radicale nella sua stessa vita. Le nuove dimensioni sonore lo portano a sperimentare un diverso tipo di realtà: la realtà del cosmo in movimento, del flusso continuo di energia. Si ritira in un convento sconsacrato, abbandona il maxismo e cerca nelle religioni esoteriche la strada da percorrere. Affenstunde è il risultato di questo cambiamento: 40 minuti di suono puro, imprevedibile, tutto giocato sulle trame dell'enorme moog-pare di Florian — pare che per comprarlo abbia per anni spacciato eroina! — e sulle percussioni turche di Trulzsch.
lch mache einen spiegel — io lucido uno specchio — ne è uno dei momenti più intensi, ricco di spunti di straordinaria bellezza. I moduli sono quelli che, purtroppo saranno più tardi saccheggiati dai vari corrieri cosmici: frequenze che si ripetono, suoni lontani, echi di altre forme di vita. La composizione che dà il titolo all'album si muove invece su binari più armonici snonandosi in una lunga danza dervisci in cui forse Fricke si lascia andare a qualche acrobazia tecnica.

Ma è soltanto nel 72 con In den garten pharaos che Popol Vuh riesce a compiere il, grande passo: si aprono definitivamente le porte della percezione. La stupenda cover del disco offre mirabilmente l'immagine del giardino incantato del faraone dove il suono sfugge a ogni definizione e trasporta nella dimensione onirica di un viaggio attraverso i suoi elementi primordiali. Moog e Fender Rhodes lavorano direttamente sulla tua anima svelandone le armonie più profonde. Il disegno che ne sta alla base è tra i più innovatori: la musica tende verso i suoi elementi primari nella ricerca di un linguaggio essenziale, emancipato da ogni forma di tecnicismo. Vuh, per esempio, che occupa la seconda facciata si sviluppa interamente su un unico accordo d'organo — lo stupendo organo a canne della cattedrale di Baumburg — su cui si innestano gli splendidi interventi percussivi di Trulzsch, il sinth e il canto estatico di Fricke che danno vita a una musica che fluisce senza alcun oastacolo arricchendosi continuamente di intensità.

Ma Florian sembra intenzionato a percorrere sempre nuove strade. Si converte a una sorta di cristianesimo vivificato dall'influsso orientale. Hosianna Mantra è il risultato di questo cambiamento. Trulzsch e Fiedler abbandonano il gruppo e vengono sostituiti da Conny Veit alla chitarra, Djong Yun al canto, Robert Eliscu (dei Between) all'oboe, Klaus Wiese alla Tamboura e Fritz Sonnleitner al violino. Fricke stesso dichiara che "non c'è alcun nesso tra la tradizione musicale cristiana e la musica elettronica". Hosianna Mantra è quindi completamente acustico: alle atmosfere oniriche dei primi albums si sostituiscono il lirismo e la serenità delle nuove composizioni che rifanno il verso ai "lieder" dei romantici tedeschi. La chitarra dì Conny Veit, la voce orientale della coreana Yun e i fraseggi del piano di Fricke inventano il nuovo suono Popol Vuh. Le due facciate hanno momenti di intensa poesia, in cui la musica diventa respiro naturale per il salmodiare lento della voce che scandisce i versi sacri del Libro di Mosè. Sempre nel '73, a pochi mesi di distanza da Hosianna Mantra, esce Seligpreisung e la musica liberatasi da un certo manierismo presente nell'opera precedente si libra verso cieli più alti e beati con la leggerezza delle nuvole che "veleggiano ridenti e hanno la forma di isole di beatitudine e di angeli benedicenti e fanno pensare a vele sbattute dal vento uccelli migratori che stanno tra il cielo e Dio e questa povera terra come simboli bellissimi di tutte le umane nostalgie" (H. Hesse). Stupendo il contributo di Daniel Fichelscher Boco, già batterista con Amon Duul II e ora con Popol Vuh spendido chitarrista. Suoi sono gli spunti piùuuu freschi che richiamano fumi West Coast. Florian sostituisce al canto Diong manipolando versi del Vangelo di Matteo.

Dopo Seligpreisung il gruppo si riduce notevolmente: vanno via Veit, Eliscu e Wiese. Con Fricke restano solo Diong e Fichelscher. Ed è proprio quest'ultimo ad assumere un ruolo di primo piano sia per la parte compositiva che per le scelte musicali di fondo. Gli spunti chitarristici acquistano sempre maggiore importanza, Einsjäger & Siebenjäger, (74) per es: è la celebrazione dello strumento di Danny, del suono che ne fluisce e diventa vita come in Morgengruss, perla del disco, tutto giocato su armonici e fraseggi di straordinaria purezza. Dal vivo però la storia non funziona bene come in studio: li ricordiamo in un concerto dal vivo alla statale di Milano non certo tra i più entusiasmanti: molti vuoti limitano la performance del gruppo e la musica perde la continuità armonica che ha sempre caratterizzato i Popol Vuh.

Nel '75 compare una splendida raccolta di brani tratti dalla colonna sonora di Aguirre uno dei tanti film di Herzog di cui Fricke — che vanta tra l'altro un passato di filmmaker — ha curato la parte musicale. Il disco descrive le varie tappe della strada percorsa amalgamandole in, un disegno di incredibile bellezza. Anche del '75 è Das Hohelied Salomos che pur essendo lavoro godibilissimo presenta i primi segni di una crisi che avrà il suo culmine in Letzte Tage, Letzte Nachte che non riesce a evitare la piattezza del già detto. E' la fine di un capitolo tra i più interessanti che segue la legge naturale delle cose in cui tutto ciò che ha un inizio è destinato ad avere una Fine: ma la sottile speranza che tutto possa ricominciare è arricchita dal meraviglioso dono che Fricke ci ha fatto producendo Yoga, uno stupendo disco composto e suonato interamente da musicisti indiani e dedicato a tutti i cul-tori della disciplina orientale.

L'essenza del giardino è la tua essenza Tutti possono essere felici nel giardino del faraone la luna di giorno e il sole di notte illuminano le acque incantate del lago incantato.
L'essenza dell'essenza è l'essenza del giardino
I colori si confondono con i suoni che salgono dal cielo
si accarezzano si amano
il sogno sta là. guarda e aspetta che qualcosa cambi
vorrebbe entrare nel giardino del faraone da molti arcobaleni
eppure è facile entrare
ricorda
L'Essenza dell'essenza è l'essenza del giardino
apri gli occhi e penetra le immagini
respira e ascolta il sole che nasce
riconosci la felicità là dove nessuno più la vede,
Eppure è facile entrare perché è semplice ciò che dicono
che è difficile
tutti possono vedere se vogliono
perché
L'Essenza del Giardino è la tua Essenza

DISCOGRAFIA
Affenstunde (70) Liberty importazione - lo trovi da Dimar Rimini
In den garten pharaos (77) PDU Emi
Hosianna Mantra (73) PDU Emi
Seligpreisung (73) PDU Emi
Einsjager & Siebenjager (74) PDU Emi
Aguirre (75) PDU Emi
Das hohelied Salomos UA
Letzte tage letzte nachte UA
Yoga(76) PDU Emi
Perlen Klange antologia da tutti i dischi PDU Emi Il popol Vuh è stato pubblicato in Italia dalla
EINAUDI-REPRINT
Gaetano und Tomangelo Cappelli