Source: Nuovo Sound, nr.3, p.11, 1974
Author: F. Ghisellini
DEUTSCHLAND ÜBER ALLES
1.HOSIANNA MANTRA: Ah! / Kyrie / Hosianna Mantra 2 / DAS V. BUCH MOSE: Abschied / Segnung / Andacht / Nicht hoch im Himmel / Andacht
Popol Vuh (piano, cembalo), Conny veit (chitarra), Robert Eliscu (oboe), Djong Yun (soprano), Klaus Wiese (tambura) e Fritz Sonnleitner (violino)
“Terra!”, dissero
Questa è la testimonianza. L’universo era quieto. Nessun alto, Nessun suono, il mondo. E lo spazio del Cielo era vuoto. Questa è la prima testimonianza, la prima parola, ……. L’aspetto della Terra non era ancor rivelato. C’erano soltanto il mare dolce e lo spazio vasto del Cielo …. solo l’acqua in riposo, il mare dolce, deserto e silenzioso. Null’altro …. “Sia la luce! S’illuminino il cielo e la terra! Non vi sarà né gloria né grandezza finchè l úomo non comparirà, finchè l úomo non sará creato”. Cosi parlarono.” Tzako ik Creatore e Bitò il Formatore do vettero tuttavia procedure a numerosi tentativi prima di ottenere l’essere desiderato, tentativi che del resto il Popol Vuh riporta nella loro interezza. Il Popol Vuh etteralmente “libre della Nazione”. “Le bibbia americana”, il testo fondamentale degli arcaici Maya Guatemaltechi, un libro-antico di millenii cui punti fondamentali ricalcano fedelmente il senso di un’altra parte della terra, in un tempo distante secoli. La nostra.
C’`e la stessa crezione, l’identico diluvio, il medesimo aprirsi delle onde dinanzi alla fede di un popolo. Hosianna Mantra, la traduzione simbolica di un’universale analogia religiosa, fusione di cristianesimo e induismo, non solo: la resa musicale dell’opera spingendosi fino al canto gregoriano, all’impostazione sinfonica soprattutto di alcuni spunti per l ‘oboe, a melodie che denunciano chiara
Mente origini ancora piu fontane, e non solo nello spezio. L ‘album arriva dopo quell “In der garten Pharaos”da molti ritenuto il capolavoro della nuova musica tedesca, ma addiritura di tutta quella espressione artitica che ha po tuto porre alle sue basi una concezione realmente universale
Del mondo, fosse essa di natura filosofica, politica o, come in questo caso, religiosa. “Hosianna Mantra” e “Seligpreisung” possiedono, come testi, sottanto vere e proprie preghiera (in “Seligpreisung”viene addiritura riportato un passaggio del celeberrimo “discorso della montagna”). “In der garten Pharaos”: le uniche voci salgono dalla profonditá purissima del fiussa sonor, il purpureo tappeto steso per l‘incedere solenne delle canne d’organo.
La medesima omogeneità contenutistica che risulta dalle anti tetiche strutter d “Hosianna Mantra”le note scintilanti e multicolori della chitarra e del piano di Florian Fricke, fili di un leggerissimo arazzo cucito dalla voce di Djong Yun. L ‘unità del tutto viene raggiunta non più attraverso accordi ben saldi e possenti; al contrario è proprio l’apparente fragilita delle situazioni sonore, il loro vaporizzarsi incessante ad immergere le melodie nel caldo alveo della poesia, universal e purissimo.
La reale grandezza dell’opera sta infine, a mio aviso, nella sua innegabile autonomia dalle premesse, pur ben precise, che la sostengono; voglio dire che è possible inebriasi di questa musica nache ignorandone el messagio, anche ascoltandola per la prima volta. Sarebbe tuttavia negative il voler limitarsi al puro significato emozionale, quando intuissimo il piu vasto campo in cui I Popol Vuh hanno da sempre spaziato. La loro ricercar mistica ha spesso conservato, accanto alla rivoluzionaria fusion delle varie religioni, un’atteggiamento nelle forme piutosto ortodosse.
Ci si rifa direttamente al Vecchio (in “Hosianna Mantra” tutta la seconda facciata risulta ispirata al quinto libro di Mosé) e al Nuovo Testamento, come per “Seligpreisung”. Le radici sonc piu che altro affondatte nella versione bibli ca ci riferiamo a tutte le religioni universali, non solo alla cri
Stiana in cui, al di là delle visioni moralistiche di un dio buono o terribile, egli e visto suprattutto come entita creatrice e per questo suprema per questo degno di essere invocato da cosi dolci suoni e canti.
Per “il libro della nazione e infatti questa la dimensione divina da attrabuire a Tzakol il Creatore e a Bitol il Formatore, omnipotenti in assoluto, sciolti da qualsiasi considerazione che possa provenire dalla miope sfera morale nella quale l’uomo quotidianamente si aggita, capaci persino di astutitre le facolta di uomini che, per errore, avevano vreato troppo simili a se stressi uomini che “potevano conoscere tutto quanto c al mondo. Qunado guardavano vedevano tutto, la cupola del Cielo e l’interno della terra. Zeozo muoverso vedevano tutte le cose nascotste, lontane ….. Grande era le loro saggezza. Il loro occhio giungeva alle foreste alle roccie alle lagune ai mai ai monti e alle valte. In verita erano uomini meravigliosi”
Fabrizio Ghisellini